Elena Guaccero


Ricordo

Era una persona molto riservata e timida, amava passare giornate intere nel suo studio, a elaborare le sue creature che si trasformavano in collage, o sculture in legno o in cartone dando vita al suo mondo interno, ai suoi pensieri, alla sua fantasia, al suo modo di uscire dalle regole, ai colori…

Il suo studio era pieno di carte colorate e di materiali di riciclo che lei usava: rotoli di carta da cucina, di carta igienica, del fax, non buttava mai la carta, tutto veniva riciclato e trasformato in qualcosa di diverso che scaturiva dalla sua fantasia.

Elena Guaccero nasce nel 1924 a Bari da una famiglia nella quale sia la madre che il padre avevano una grande predisposizione al disegno e alla manualità. Sin dai tempi del liceo scientifico a Firenze, dimostra una forte passione per la scultura; a Roma poi frequenterà la facoltà di architettura.

Durante gli anni universitari stringe profondi rapporti con personaggi quali Ludovico Quadroni, Orfeo Tamburi e Massimo Campigli.

E’ in questi anni che Elena comincia a dipingere soggetti che spaziano dai paesaggi, ai ritratti, ai quadri astratti eseguiti ad olio, tempera ed acquerello.

Dopo la laurea intraprende la professione di architetto nella sua città natale dove progetta la sede RAI ed alcuni caseggiati di edilizia popolare.

Il matrimonio, il trasferimento in Germania nel 1960 e la nascita delle due figlie interromperanno la sua attività di architetto che riprenderà, ma solo in forma privata, per i due restauri delle sue abitazioni a Venezia nel 1970 e nel 1990.

Dal trasferimento nella città lagunare nel 1970, Elena si dedicherà sempre di più ad una sua ricerca artistica molto personale che spazierà dalla pittura, alla scultura, ai collage in un percorso che durerà circa 40 anni.

Ed è di tale percorso che, dopo la sua morte, avvenuta nel 2006, si ritrova una testimonianza eccezionale: un enorme patrimonio di opere, accatastate in uno sgabuzzino, sparpagliate tra cassetti, ripostigli e mensole, di cui, io, Anna-Maria, la figlia maggiore, incuriosita e commossa, comincio ad occuparmene, e ritenere che bisognava rendere visibile una personalità così sorprendente e un lavoro così insolito. Con l’aiuto di alcuni amici, Paola, Renato, Roberto, Alessandro ed Ettore, una macchina fotografica, un computer, un timbro ed innumerevoli cartellini numerati, comincio la catalogazione che durerà più di un anno e che alla fine conterà più di 1200 voci: lavoro per nulla facile, sia per il coinvolgimento emotivo, sia per la difficoltà nel datare le opere.

Ricordo come un lavoro molto faticoso ma nello stesso tempo divertente, perché entravo piano piano in quel mondo misterioso, fantastico, colorato, che mi permetteva di conoscere un aspetto intimo della mamma.

La catalogazione è andata a ritroso, facendo quindi uscire dallo sgabuzzino le ultime realizzazioni create da Elena pochi mesi prima di morire: sculture in cartone e nastro adesivo di carta, sculture in legno con figure zoomorfe e geometriche, i collage fatti con fogli adesivi e, del periodo giovanile, i quadri, i cui soggetti spaziano da paesaggi, a forme astratte .

Ricordo come amasse andare alle mostre, ascoltare la musica di vario genere, seguire programmi culturali, ma non disdegnava affatto il gran premio di Formula 1, era fan di Michael Schumacher anche se non le era simpatico!!

Aveva un incubo ricorrente di dover rifare gli esami di quinta elementare!!

Elena Guaccero era una persona poliedrica e nulla più di queste opere può testimoniarlo…

Anna-Maria Rocca





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